2014/10/28

Esportare in Cina: meglio il made in Italy o le produzioni locali?



Il recente business Forum Italia – Cina ha prodotto rilevanti intese commerciali e finanziarie tra i due partner. Secondo quanto dichiarato dallo stesso presidente del Consiglio dei ministri Matteo Renzi, il valore degli accordi siglati sarebbe stato pari a oltre 8 miliardi di euro, in parte significativa attribuibile all’intesa tra Enel e Bank of China, sulla base della quale la banca Cinese garantirà alla società energetica italiana linee di credito (potenziali) per un miliardo di euro nei prossimi cinque anni. L’evento del business forum è naturalmente stato utile per poter fare il punto sull’evoluzione commerciale tra il nostro Paese e la Cina e tutto quello che concerne l'export in Cina.

“In questo momento l’attenzione degli investitori Cinesi nel nostro Paese è molto forte e ne siamo ben felici” – ha ricordato il premier, per poi segnalare come la Cina sia il secondo partner commerciale extra europeo, per l’Italia, dopo gli Stati Uniti, ed evidenziando altresì come l’interscambio commerciale 2013 tra i due Paesi sia stato pari a 32,9 miliardi di euro, e – infine – come l’export sia cresciuto dell’8,3% nel corso dei primi sei mesi dell’anno. L’occasione ci è ora fruttuosa per cercare di chiarireuno degli aspetti che le imprese italiane che decidono di vendere i propri prodotti in Cina ci domandano con maggiore frequenza: è più conveniente produrre in Italia ed esportare i propri prodotti nel mercato destinazione (affrontando il pagamento di dazi e altri oneri) o produrre direttamente in Cina per il mercato locale? La domanda non ha – ovviamente – una risposta valida per ciascun tipo di produzione.

Il punto di partenza dal quale possiamo lanciare il tentativo di fornire un riscontro compiuto è l’evidenza che il mercato cineseha delle barriere all’ingresso che spesso sono molto elevate, e sono frequentemente “celate” dall’esistenza di dazi e regolamentazioni rigide che mirano a proteggere le impreselocali. A complicare ulteriormente le interpretazioni sulle strategie delle imprese italiane è anche un altro dato: i consumatoricinesi sono particolarmente attenti al prezzo dei prodotti che acquistano e – sebbene sia decisamente un mercato in corso di maturazione – non sempre l’analisi che i consumatori Cinesi effettuano sulla qualità di un prodotto, si traduce in una scelta premiante per i prodotti di maggiore standing qualitativo, e maggiore prezzo.

Di qui, la conclusione che potrebbe sembrare fin troppo superficiale: per cercare di mantenere concorrenziali i prezzi e aggirare le restrizioni all’import di prodotti stranieri, è possibile delocalizzare la produzione delle merci direttamente sul territorio Cinese (con una propria linea di produzione, o con una venture con altre aziende manifatturiere cinesi) e, da qui, distribuirle nel mercato locale. La scelta non è tuttavia sempre così semplice. Se infatti è vero che i cinesi sono molto sensibili al prezzo, è anche vero che per alcuni prodotti la regola si inverte, e che i Cinesi sono dunque ben disposti a pagare “qualcosa in più” per un prodotto straniero (si pensi al campo della moda, ma non solo).

Ne deriva che per alcuni segmenti è più conveniente evitare la produzione in loco e – di contro – produrre in Italia e scegliere di pagare i dazi di importazione, collocando quindi il prodotto italiano in Cina, e poggiando proprio sull’immagine, più costosa, di “made in Italy”. Insomma, la vostra scelta non sarà facile, né priva di conseguenze. È tuttavia da tale scelta che deriveranno grandi soddisfazioni per il vostro business. Per aiutarvi a conseguire l’alternativa più oculata e conveniente, gli esperti di EGO International sono a vostra completa disposizione per un colloquio approfondito e per l’individuazione delle migliori soluzioni.